La presentazione al pubblico di Luigi Moretti
e della sua opera di architetto, di teorico e critico, di editore e gallerista,
di sperimentatore di forme generate sotto l'incantesimo della scienza, non può
che avvenire secondo i modi di una narrazione "figurativa", regolata
sul vigore espressivo dell'immagine, che unisca al criterio cronologico quello
comparativo. Una lettura al contempo diacronica e sincronica degli avvenimenti,
dalla formazione di Moretti presso la Scuola Superiore di Architettura di ,fino
all'Hotel El Aurassi, prima opera algerina che Moretti segue fino alla morte,
avvenuta nel 1973.
In questa narrazione, la
guerra batte una pausa di silenzio. La cesura fra le architetture del Regime e
le case albergo milanesi, che assorbe gli anni dal 1942 circa al 1947,
testimonia la lacuna biografica e l'arresto dell'attività progettuale che, invece,
riprende fervida a Milano e a Roma dove dal 1950 ha pure avvio, con la
fondazione della rivista "Spazio", l'attività di editore. Da questa
data è un susseguirsi di capolavori,che appaiono di volta in volta trascrizioni
della passione per l'arte contemporanea, delle ricerche sullo spazio e sul
rapporto fra struttura e forma, delle originali interpretazioni critiche di
architetture storiche (dove rende omaggio al magistero di Michelangelo,
Borromini e Alberti). Si spiegano così gli "informali" prospetti delle
opere milanesi del dopoguerra e il materico e prorompente collegio
dell'Accademia di danza, la ricchezza spaziale della villa La Saracena e degli
allestimenti delle mostre da lui curate, le modulazioni del rapporto fra
struttura e forma riconoscibili nella sistemazione del complesso termale di
Fiuggi, nel parcheggio a Villa Borghese o nel tempio di Tagbha dove, alla
coincidenza fra configurazione formale e morfologia strutturale si sommano
metafore zoomorfe, che in quest'opera matura testimoniano il raggiungimento di
"quella specie di punto magico capace di fermare una struttura nella
perennità di una forma".
Occorre, nel rivisitare
l'opera di Moretti, non attenersi a un percorso fatto di fili fissi, ma
procedere piuttosto per contrasti e antinomie.
Moretti architetto italiano / Moretti architetto internazionale
Come altri coetanei, intrisi dell'idea di riaffermare una forma spirituale di continuità con la tradizione classica dell'architettura, Moretti si cimenta con la concezione della permanenza, con l'aspirazione a rinvigorire e a volte appesantire le sue opere con l'astratto peso della storia. Lo fa attraverso la sensazione di massa evocata dagli involucri delle sue costruzioni, come attraverso il recupero di una costruzione astratta, limpidamente matematica della struttura compositiva.
Moretti costruttore di forme / Moretti decoratore
Della carriera di Moretti fanno parte fenomenali episodi plastici, dalle architetture del complesso del Foro Mussolini, come la Casa della scherma, alIa palazzina borghese detta Il Girasole, alle ville, al ponte sul Tevere. Opere fra loro profondamente diverse, e anche dall'esito estetico differente, ma segnate tutte dalla ricerca di un dinamico equilibrio tra massa, articolazione volumetrica, struttura. Moretti costruisce una catalogo di oggetti urbani solidi e vivi, per una città più bella. Le sue architetture migliori, pur così plastiche, sono insieme svincolate dalla corporeità. Attraverso l'invenzione decorativa, ma anche la ricercatezza dei rivestimenti, non solo Moretti testimonia e indaga le sapienze possibili della tradizione, ma innesca un meccanismo potente di smaterializzazione, mette in discussione il significato dello stesso organismo architettonico, raggiungendo un'aura di metafisica astrazione.
Di queste dicotomie apparenti potremmo elencarne ancora. Preferiamo trarne la considerazione che proprio da queste esplorazioni coraggiosamente divaricate, da queste composizioni di apparentemente diversi, deriva la vicinanza di Moretti con la sensibilità contemporanea.
Moretti architetto italiano / Moretti architetto internazionale
Come altri coetanei, intrisi dell'idea di riaffermare una forma spirituale di continuità con la tradizione classica dell'architettura, Moretti si cimenta con la concezione della permanenza, con l'aspirazione a rinvigorire e a volte appesantire le sue opere con l'astratto peso della storia. Lo fa attraverso la sensazione di massa evocata dagli involucri delle sue costruzioni, come attraverso il recupero di una costruzione astratta, limpidamente matematica della struttura compositiva.
Moretti costruttore di forme / Moretti decoratore
Della carriera di Moretti fanno parte fenomenali episodi plastici, dalle architetture del complesso del Foro Mussolini, come la Casa della scherma, alIa palazzina borghese detta Il Girasole, alle ville, al ponte sul Tevere. Opere fra loro profondamente diverse, e anche dall'esito estetico differente, ma segnate tutte dalla ricerca di un dinamico equilibrio tra massa, articolazione volumetrica, struttura. Moretti costruisce una catalogo di oggetti urbani solidi e vivi, per una città più bella. Le sue architetture migliori, pur così plastiche, sono insieme svincolate dalla corporeità. Attraverso l'invenzione decorativa, ma anche la ricercatezza dei rivestimenti, non solo Moretti testimonia e indaga le sapienze possibili della tradizione, ma innesca un meccanismo potente di smaterializzazione, mette in discussione il significato dello stesso organismo architettonico, raggiungendo un'aura di metafisica astrazione.
Di queste dicotomie apparenti potremmo elencarne ancora. Preferiamo trarne la considerazione che proprio da queste esplorazioni coraggiosamente divaricate, da queste composizioni di apparentemente diversi, deriva la vicinanza di Moretti con la sensibilità contemporanea.

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